Recensione #4 Avatar: La Via dell’Acqua
di Leonardo Maniciati

Abbandonati a Pandora.
Di solito mi prendo un po’ di tempo prima di scrivere e pubblicare una recensione quando vedo un film, soprattutto se il film in questione è particolarmente atteso dal sottoscritto.
Penso che sia giusto darmi del tempo per fare mia la pellicola, e riflettere su quanto visto, senza lasciarmi trasportare eccessivamente dalla foga del momento.
Per ‘Avatar: La via dell’acqua’ volevo fare lo stesso. Ci ho pensato quantomeno, ma poi mi non ho saputo trattenermi e mi sono messo a scrivere. Con un entusiasmo che non provavo da tempo per un blockbuster di questo genere.
Con questo film mi sono sentito di nuovo bambino, emozionato e senza parole. Per tre ore mi sono completamente abbandonato a Pandora.
Immediatamente il film ci riporta sul pianeta dei Na’vi come se non fosse passato un giorno. Questa volta le foreste del primo lasciano spazio all’oceano e atolli paradisiaci. Una meraviglia per gli occhi. La ricchezza di fauna e flora è stupefacente, e ci si rende facilmente conto del minuzioso lavoro di world building che c’è dietro.
Tecnicamente il film è sbalorditivo, immersivo, ricchissimo. Porta su schermo un 3D inappuntabile, e pure da non grandissimo estimatore di questa tecnologia (ahimè complice anche il fastidio di essere già di mio munito di occhiali) mi sono dovuto arrendere al mondo di James Cameron.
Un balzo avanti enorme a livello di effetti visivi. Sicuramente detterà un nuovo standard, e per quanto riguarda la resa visiva dell’acqua vi sarà un prima e un dopo ‘Avatar 2’.
Se non dovesse ricevere la statuetta ai Migliori effetti speciali ai prossimi Oscar, potremo tranquillamente gridare allo scandalo.
La trama del predecessore non brillava particolarmente, qui si potrebbe obbiettare lo stesso. Ho apprezzato lo spazio dato ai nuovi personaggi rispetto ai vecchi, anche in vista del protrarsi della storia.
Non ho apprezzato invece alcune ingenuità e forzature a cui il film si lascia andare in varie occasioni. Se dovessi veramente trovare un difetto al film penso sarebbe proprio questo. Un peccato, che si sarebbe facilmente potuto risolvere con più attenzione.
Personalmente, comunque, nella sua semplicità l’ho adorato. Tre ore che sono volate, senza pesare minimamente. Ho empatizzato e mi sono lasciato coinvolgere, fino ad emozionarmi nel finale. Non è un film perfetto ma ha cuore.
L’attesa è valsa decisamente la pena. Cameron si conferma ancora una volta maestro dei sequel e maestro della tecnica. Mi ha coinvolto, emozionato e non vedo l’ora di vedere il prossimo.
Se non lo avete ancora recuperato, non posso che consigliarvi di vederlo in 3D, sullo schermo più grande possibile.