Recensione #15 – The Flash
di Leonardo Maniciati

Dopo tutto questo tempo?
Finalmente! Dopo quasi 10 anni d’attesa, arriva in sala ‘The Flash’, uno degli ultimi residui del fu DCEU, anche sé i piani inizialmente erano ben altri. Annunciato ancora nel 2014, sarebbe dovuto uscire nel 2018, ma le cose non sono andate come programmato. Il film è finito nel tritacarne di Hollywood subendo rinvii, rimpasti e riscritture.
Ora finalmente ci siamo, è arrivato in sala e sono andato a vederlo per voi. Avrei voluto potervi dire che nonostante l’attesa il film ne sia valsa la pena, ma purtroppo non è così. È evidente che qualcosa si è rotto. ‘The Flash’ è un film pieno di difetti, dalla regia, alla CGI, alla scrittura.
La narrazione parte mostrandoci Barry (Ezra Miller) alle prese con il processo del padre, ingiustamente incastrato per l’omicidio della madre. Coi suoi nuovi poteri si convince di poter tornare indietro nel tempo a sistemare le cose, ma se una cosa abbiamo imparato dalla fantascienza, è che i viaggi nel tempo non sono mai una buona idea.
L’idea di base della storia è ben solida, radicata nelle sue origine fumettistiche (‘Flashpoint’ ne è la fonte), ma l’effettivo motore delle vicende è nel film altamente fallato, sotto più punti di vista. Vorrei poter scendere più nel dettaglio, ma per evitare spoiler mi fermerò qui.

Mani in faccia e mani nei capelli
La sequenza di apertura è semplicemente DELIRANTE, materiale per i vostri più terribili incubi, che lascia ben poco spazio all’immaginazione riguardo ciò che verrà dopo. Non si capisce come una scena del genere sia rimasta nel montaggio finale, senza che nessuno si rendesse conto di cosa stesse facendo, nemmeno il regista.
E proprio la regia di Andy Muschietti, che qui ritorna dopo il terribile ‘It – Capitolo 2’, appare incolore ed anzi deleteria a narrare adeguatamente questa storia. Personaggi iconici ridotti a macchiette un green screen che si mangia gran parte delle scena d’azione e l’affrettatissimo atto finale decretano l’inadeguatezza nel ruolo.
‘The Flash’ è una commedia che non fa ridere. Che il personaggio di Ezra Miller avesse un tono più scanzonato rispetto ai suoi compagni della Justice League lo si sapeva, ma qui risulta spinto all’estremo. Odiosa la sua controparte del passato, veniva voglia di mettergli le mani addosso. Plauso al Batman di Keaton, che per quel poco che appare convince. Delusione Supergirl (Sasha Calle), di cui complice una scrittura inesistente, salvo solo la presenza scenica.
Come ampiamente già dal trailer, il film ci introduce al concetto di Multiverso del DCEU. Sorprendentemente lo fa in maniera chiarissima, con una banale metafora che però rende benissimo l’idea di fondo. E funziona. Funziona bene, ed è tra i pochi aspetti che salvo della pellicola.

Tutto questo niente
A condire il tutto una CGI da mettersi le mani nei capelli. La più brutta vista in un blockbuster (supereroistico e non) da forse 30 anni a questa parte, con buona pace delle sparate di Muschietti.
A scapito di quanto detto sinora, il film ha però un buon ritmo, la durata non si sente ed ogni momento della narrazione (ad eccezione del finale) è affrontato coi giusti tempi. Si salva anche la colonna sonora, con un buon mix di brani celebri.
Il finale oltre ad essere affrettato, rende inutile tutto quanto visto nelle due ore (e 20min) precedenti, con il nostro protagonista che sembra non aver imparato nulla. La cosa che fa più innervosire, è che ciò derivi palesemente dall’esigenza di inserire un colpo di scena finale, ultimo briciolo del fan service che permea tutta la pellicola.
Questo crea problemi anche per il futuro, sia nelle premesse su cui si regge, sia per le conclusioni a cui giunge, cioè nessuna. Quello che James Gunn ha furbamente venduto come il canto del cigno del DCEU, si rivela più che altro un lamento di questo sfortunatissimo universo cinematografico. Peccato.
Avrei davvero voluto trovarmi davanti qualcosa di diverso, di ben scritto, di ben realizzato, per salutare a dovere questo filone dei personaggi DC. Purtroppo così non è stato, ed i pochi guizzi di Keaton non bastano a salvare una pellicola per me insufficiente.